power pose

18 ottobre 2024

“uso pronomi personali / uso verbi incisivi / non ho nessuna difficoltà / a manifestare il mio disappunto”

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Sinossi

Con questo libro Michele Zaffarano ha (anche) scritto un indispensabile e insieme ossessivo manuale di autostima, in grado di descrivere più che insegnare l’arte dell’assertività, dell’autocontrollo e del potere come qualcosa che oscilla in bilico sull’opposta arte del dubbio. Dubbio sul sé e sul parlare.
In sostanza, grazie a questa instabile “posa di potere”, l’insegnante di autostima che finge di parlare da queste pagine cade a piè pari nelle buche della sintassi del sé.
Scrivere un’opera con queste caratteristiche, addirittura in prima persona singolare ma lontana anni luce da un io lirico quale che sia, porta felicemente – e con risultati anche esilaranti – non solo verso un sistematico dubbio sull’ego, ma pure verso uno sdoppiamento del libro medesimo: Power Pose è due libri, è sé stesso e insieme un alter liber, un testo che non finisce, che sempre ricomincia, con variazioni, a dire le stesse=differenti cose.
Si capovolge fisicamente, il volume, si fa leggere e rileggere ma è sempre diverso. Non ha dritto né rovescio, è come una figura di carta da gioco: sempre in piedi eppure sempre a testa in giù, come l’identità, come il linguaggio.

 

marco giovenale

 

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RASSEGNA STAMPA

 

su le parole giocattolo, susanna nugnes scrive di power pose, con un’audiolettura. leggi la recensione e ascolta la lettura qui.
“Ma forse il vero dilemma è: Prendersi o non prendersi sul serio?”

 

su minima&moralia, un estratto da power pose. leggilo qui.

 

su inverso si parla di power pose grazie a luigi riccio. leggi l’articolo qui.
“È così che il potere diventa passivo nei confronti di una lettura attiva – di una prassi – in grado di stanare le censure: «ruotare è sano».”

 

 

 

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